
Diabete e frutta: amici, non nemici
In Italia, ai pazienti con il diabete è spesso data un’indicazione un po’ strana: quella di evitare il consumo di frutta.
Il diabete nasce da un’alterazione della capacità di utilizzare gli zuccheri presenti nel sangue. La modulazione di questi zuccheri è quindi uno degli elementi fondamentali nella terapia della patologia stessa. Nel trattamento del diabete, un’indicazione importante è quella di ridurre il consumo di zuccheri a rapido assorbimento e di scegliere alimenti a basso impatto glicemico.
Indice e impatto glicemico: cosa sono
La regola di limitare il consumo di frutta nasce probabilmente dalla confusione tra “indice” e “impatto” glicemico. La velocità con cui uno zucchero puro passa nel sangue è definita dall’indice glicemico. Si tratta di un calcolo che confronta lo stesso quantitativo di zuccheri proveniente da alimenti diversi. Per fare un esempio di impatto immediato, assumendo 100 grammi di zuccheri di sedano rapa, lo zucchero nel sangue aumenta con una velocità molto simile a quella di 100 grammi di zucchero presi dal riso. L’indice glicemico del sedano rapa e quello del riso sono quasi gli stessi, ma risulta assolutamente intuitivo comprendere che per ottenere 100 grammi di zucchero di sedano rapa serve mangiarne molto di più di quanto invece non avvenga con il riso, di cui basta consumarne decisamente meno per ottenere gli stessi 100 grammi di zuccheri. Alcuni tipi di frutta hanno un alto indice glicemico, ma l’impatto glicemico rimane comunque basso. Questo succede perché la frutta contiene sì dello zucchero, ma associato a un’importante parte di fibra, acqua e altri micronutrienti, che ne modulano l’azione e l’assorbimento. Non c’è alcun dubbio: tra una fetta di pane bianco e una banana, la banana vince in salute con amplissimo scarto.
I benefici della frutta per i diabetici
Non è chiaro perché sia dato tanto rilievo alla limitazione del consumo di frutta quando, spesso, invece è carente un’indicazione sul consumo di carboidrati complessi e raffinati (pasta, pane, riso,…) rispetto al consumo degli stessi alimenti in versione integrale, che producono un impatto glicemico tendenzialmente basso.
Inoltre, la componente di antiossidanti, vitamine, sali minerali e fibra, presenti nella frutta fresca e cruda, agisce in senso preventivo sullo sviluppo di quelle patologie che sono tra i maggiori effetti collaterali del diabete mal controllato e, in particolare, nei confronti del rischio cardiovascolare .
Poiché una delle azioni principali di un eccesso d’insulina (come risposta a un aumento troppo rapido degli zuccheri nel sangue) è lo stimolo all’accumulo di grasso, risulta evidente che scegliere alimenti e combinazioni nutrizionali a basso impatto glicemico condizioni positivamente il mantenimento di una buona forma fisica, agendo per altro anche sul senso di sazietà e sul mantenimento di un buono stato dell’umore.
In definitiva, frutta e verdura fresca (e cruda in particolare, per mantenere il più possibile integra la quantità di micronutrienti utili) non sono da sconsigliare, ma anzi da suggerire anche in quei pazienti che soffrono di diabete e che possono trovare nel dolce naturale e ben bilanciato del frutto un sostituto interessante a molto più dannose scelte alimentari.